LA NOTTE DEI CONTINENTI
La pratica de’ La Notte dei Continenti è nata da un’immagine apparsa in sogno e che poi abbiamo provato ad agire.
Ci siamo così resi conto di aver scoperto un altro rito.

“Ci si siede uno accanto all’altro. Le sedie sono in legno. Chiudiamo gli occhi. Ci viene lasciato nel palmo della mano, un pastello. Di quelli farinosi. Che cedono polvere di colore, continuamente. Dal silenzio oppure dal diffondersi della musica (registrata o live) dondoliamo all’indietro e scorriamo il pastello : disegniamo.”
“Disegnate ciò che è urgente, lasciatevi andare al gesto, se vi toccate, lasciate che accada e provochi una reazione – non un effetto – , cercate di sentire l’ultimo della fila…”
Dalla Pratica al Laboratorio:
LA FABBRICAZIONE DI PASTELLI

Il mestiere, nella bottega dei colori, appartiene ad un chimico riverso.
Non accumula materiale per quando il rito accadrà, ma percorre la strada insieme ad esso.
Ogni ambiente e stagione, con la sua umidità e temperatura, fa variare la ricetta ed i tempi primigeni di ogni colore in pastello, anche solo di pochissimo. Ciò che deve rimanere stabile è la forma e la soda ma non rigida consistenza, fondamentali alla pratica de’ la Notte dei Continenti.
Questo laboratorio è condotto da Sara Barresi


